Quando si è davanti a un’opera pittorica vi è sempre un forte distacco tra ciò che è rappresentato e noi osservatori. Ci si limita, infatti, ad osservare, cogliendo i dettagli più nascosti e paragonando quello che è sul quadro alla realtà, senza cogliere il significato che c’è dietro. I quadri di Pizzi sono invece un equilibrio fatto forma, il significato dell’opera e ciò che viene rappresentato formano l’immagine pittorica. Questo equilibrio delle parti si risolve nella figura umana, la quale ci rende partecipe dell’opera in quanto ci immedesimiamo in ognuno dei soggetti raffigurati. Quest’ultimi, intenti a compiere azioni istintive, spontanee, primitive quasi, sono la rappresentazione dei nostri istinti più puri e semplici, che si manifestano con gesti come un bacio o un salto. Lo sfondo per queste manifestazioni umane, è l’altro punto focale delle opere di Pizzi; esso non rimane sfondo, è parte integrante di ciò che sta avvenendo e vediamo. Esso dialoga e non può compiersi senza la figura che ospita e viceversa. Questo dialogo è basato sull’accostamento di colori e forme che fanno da mediatore tra soggetto e ambiente, tra il sé e ciò che lo rende tale.